mercoledì 15 aprile 2020

ITALIAN PROJETC: il fallimento dell' edilizia pubblica in Italia

Banlieu. Periferie estreme. Corea. Case popolari. L' edilizia pubblica si insinua nella memoria collettiva sempre con accezione negativa, "refugium peccatorum", ultima spiaggia, luogo dei disperati, dei poveracci, o peggio: degli abusivi, degli occupanti. Per chi, come me, ha visto l' edilizia pubblica a riscatto nella Foresta Nera, a Freiburg im Breisgrau, dove con un mutuo pari locazione in diciasette anni acquisti un trilocale in contesto urbano più che dignitoso, constatare che invece in Italia, dall' avvio dei " Piano INA-Casa" 1949-1961, voluti da Amilcare Fanfani ad oggi la percezione degli assegnatari non è mai stata come è per i Tedeschi, sa di sconfitta sociale. Con la Legge 28 febbraio 1949 nr. 43 il Parlamento promulgò detto provvedimento " per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per lavoratori, con il quale si sarebbe dato avvio a un piano per la realizzazione di alloggi economici". Ma in settant'anni dal piano Fanfani di nuove costruzioni non ce ne sono più state, al contrario: il riciclo degli alloggi popolari è ormai giunto alla quarta generazione! Caseggiati in cemento armato, posizionati nei punti cardinali errati, necessitanti di manutenzione ordinaria già dal primo decennio dalla costruzione. Figurarsi ora. Di certo l' incuria, il menefreghismo, i vandalismi continui di chi ci abita ( in Natura non esiste animale che insudicia, deturpa o distrugge la propria tana ) renderebbe inutile anche un progetto architettonico di Le Corbusier. E' la gente che fa l' abitato, non il contrario. Perché "les Voiles" di Villeneuve-Loubet, lungo la strada che da Nizza porta ad Antibes e Cannes, è un investimento immobiliare che si rivaluta nel tempo ( ci hanno appena girato uno spot di un auto elettrica ) mentre le " Vele" italiane dell' architetto Francesco Di Salvo, stesso skyline e simile data di costruzione ( 1962-1975 ) sono conosciute da sempre per il degrado e la criminalità ( e grazie a " Gomorra", che ha esportato tale vergogna nel mondo, sono state finalmente abbattute)? Eppure l’idea di Franz Di Salvo prevedeva invece la realizzazione di attrezzature e servizi, verde pubblico con percorsi e sistemi pedonali, aree destinate ai giochi per i bimbi, attrezzature domestiche all’ interno degli spazi destinati a servizi ed una serie di centri scolastici, religiosi, commerciali, culturali, sanitari. La gente porta con sé il proprio vissuto, le proprie abitudini, attitudini ed inquietudini. Lo aveva notato anche Oscar Wilde, quando le dame londinesi della beneficenza confezionavano apposta degli orrendi maglioni e sciarpe di lana pungente: da qui la famosa locuzione " carità pelosa". Ma aggiunse anche:- «la carità crea una moltitudine di vizi»-.

sabato 28 marzo 2020

COVID-19: CHIAMATA alle ARMI!

Nel post precedente parlavo di viaggi, gite nei boschi, trekking scogliere...ma la sera stessa dei miei propositi la realtà dell'epidemia (prima ) e pandemia (dopo ) stravolgeva le nostre vite. Le doverose misure prese dal Governo, dalla quarantena alla chiusura delle attività produttive non essenziali ha ovviamente congelato ogni vanità o frivolezza. L' evolversi del contagio, come appreso dall'ormai "bollettino di guerra" quotidiano, è passato dalle prime decine di vittime di fine febbraio ai quasi mille di ieri, 27 marzo. La gravità dell' evento storico che stiamo vivendo si è manifestato, nella coscienza collettiva, con l' immagine di venerdì scorso del Romano Pontefice, vicario di Cristo in terra, che prega ed invoca a Dio pietà per tutta l' Umanità, dispensando l'indulgenza plenaria, cui tutti i battezzati possono lucrare. Ci attende una Pasqua senza confessione, senza Eucarestie visto che non ci saranno le messe in Chiesa, sino a data da destinarsi. E questo è niente in confronto alla mancanza del conforto religioso cui ha diritto ogni moribondo, in duemila anni di Cristianesimo mai lo si era negato ad alcuno. Se le ondate di epidemie saranno, come si teme, anche di ritorno fino al 2022 mi chiedo se davvero tenere tutto fermo sia la reazione migliore. Perché non testarci volontariamente con i kit sierologici per individuare l' ecg, tramite l' EZ1 DPS in grado di provare se abbiamo già contratto- e risolto- il contagio? Non so voi... ma io ho la percezione che come minimo al quaranta per cento siamo già immunizzati. Se sottoporsi ai tamponi, per scongiurare i periodi "finestra", conclama la non contagiosità verso terzi, che si avanzi nel proposito! Presidio per presidio, sottoponendo coorti intere di cittadini in età lavorativa ( 25-55 anni ) puntando sui futuri cavalli da battaglia, coloro che possono dare un contributo decisivo alla ripresa economica. " Se lo conosci, non ti uccide" vale per l' HIV, giusto? Se risultare positivi al test proteico fa risultare già immunizzati si potrebbe procedere con dei lasciapassare, dei 'salvacondotti' papali od imperiali come nelle guerre e pestilenze del passato, per poter contribuire alla ripresa economica del paese. Come i " Bruti" di Manzoni, ma con occupazioni e finalità più nobili. Nel frattempo, mantenendo le giuste misure di contenimento, si raggiungerà l' immunità di gregge o addirittura il vaccino contro questo microscopico antagonista, il Covid-19 ( giusto nella " Guerra dei mondi" di H. G. Wells, nel lontano 1897, lo si profetizzava come la più temibile delle armi...ma contro gli alieni! ). Gli attivi al lavoro si organizzerebbero per contrastare la crisi, per far ripartire i cantieri, ricostruire tutto quanto c' è in sospeso ( e di irrisolto ) in questa povera Italia: ospedali, scuole, strade, carceri. Magari ripristinare temporaneamente l' Asinara come colonia penale: risolve il sovraffollamento delle celle che condanna senza appello al contagio, ridando la dignità del lavoro ai detenuti, nella pastorizia, nel tenere in ordine il parco naturale ( in vista della futura riapertura al pubblico ). Nazionalizzare, bonificandola, l' industria pesante, sostenere con incentivi per quanto minimi- ma fondo perduto- le piccole medie imprese: del manifatturiero, dell' agroalimentare, del Turismo, dell' high tech, etc. Rifondare le case per ferie, fossero anche " dacie" di ispirazione sovietica o i villaggi dei ragazzi alla Olivetti , qualunque proposta sarebbe ben accetta pur di agevolare il turismo interno, con alberghi diffusi o villaggi vacanza a rievocazione storica, come si fa da trent'anni in Gran Bretagna con i festival dei druidi, dei taglialegna etc. Per le famiglie a medio o a basso reddito implementare le colonie estive, i rifugi alpini, i parchi vacanza. Basta con le concessioni ai privati degli spazi demaniali- costieri e boschivi- per questo cosidetto turismo d' èlite, che in realtà non ha mai portato niente nelle tasche dei locali, bensì spiagge libere per tutti con modalità di accesso più spartane ed eco sostenibili. Reclutare, proprio tra la gioventù annoiata dalla reclusione domestica, dei Ranger per i tanti parchi naturali italiani, convertendo in crediti scolastici o universitari la formazione che riceverebbero dalla Guardia Forestale in quella che per loro sarà una lunga estate, lontani dai banchi di scuola. Luoghi da contemplare con rispetto, godendo dei sentieri paesaggistici guidati da geologi, cartografi, botanici, etologi, etc. Biglietterie con aree sosta accattivanti grazie ad una animazione ad hoc, boy scout volontari agli ingressi che predispongono ai percorsi agevolati i bambini e i portatori di handicap, come si fa in tutti i parchi a tema del mondo. " Non si lascia indietro nessuno!" incita il nostro Ministro del Consiglio, parafrasando il " No one left behind " dei Marines. Beh, allora deve anche adottarne lo spirito, quel ' Semper Fidelis' che incita a combattere in prima linea. Non si può vincere restando nelle retrovie, l'inedia non ci salverà.

lunedì 24 febbraio 2020

Viaggia, che ti passa

Diario di bordo- Lunedì 24 febbraio 2020- materno ostello Ho maturato questa convinzione: non posso cambiare il mondo, le persone e forse neanche me stessa. Così mi dedicherò alle attività che mi elevano spiritualmente: viaggiare, studiare, mangiare. Chi ricorda la mia rubrica negli anni 2010-2014 " Mens Sana" e " Vox populi" ( Nuovo Levante/Decibel/ Passe Partout Magazine) sa che il mio motto è: " Cultura, amicizia e buona tavola vanno sempre condivise, altrimenti che gusto c' è?"- quindi cerco sempre di accomodare, nei momenti di raccoglimento, le liste di propositi per il tempo che verrà. Al solito viatico: credere nel merito, pazienza se il sistema è marcio e aumenti sempre più il "Schadenfreude" ( sentimento di compiacimento per le disgrazie altrui ). Sorvolo sui vari PLAGI e INSABBIAMENTI dei miei progetti inoltrati, protocollati, consegnati dal 2014 ad oggi e presenterò i nuovi solo a persone di fiducia, e non per lucro personale. " Non c' è vero progresso se il vantaggio non è per tutti" , affermava Gerald Ford, ed io sposo da sempre tale filosofia. Quindi predispongo vie di uscita dalla stagnazione, caos, nichilismo o maldicenze, tramite queste mie "fughe estemporanee": viaggi con persone a me affini o semplici scarpinate nel verde, nella macchia mediterranea fino alle scogliere a picco sul mare come è stato nelle primavere ed estati 2018-2019. Ben poca cosa in paragone al doppio Giro del Mondo delle estati 1996-1998 cui funsi da accompagnatore turistico, poi tour leader per Giordania ed Israele del periodo 1998-2001( Sinai e Valle del Giordano, Negev ), tour operator dei circuiti Nord europei ( promossi e venduti in fiere Enit dal 2005 ) da Gotingen ad Amburgo in navi postali , percorrendo la "Romantische Strasse" in pulmann. Perché furono i pellegrinaggi a Fatima ( Santuario dell' apparizione ) e a Coimbra ( con la cattedrale Sé Velha de Coimbra ) a rivoluzionare il mio concetto di viaggio. Meditazione e silenzio, rispetto per il luogo sacro : questa la "conversione". Per la prossima estate ambisco a percorrere il Cammino di Santiago per il tratto detto francese e, se chiudo entro fine giugno due partenze di minimo dodici partecipanti, ci uniamo al tour operator francese che mi ha commissionato il progetto per gli Italiani da Torino, Genova e Milano nei mesi di luglio ed agosto per un viaggio di dodici giorni, con una percorrenza diaria di almeno quindici chilometri. Nell' auspicio di realizzare una community simile a quella che sperimentai negli Anni '90: " Avventure nel mondo", nella quale i capi comitiva erano insegnanti di materie connesse al tour e viaggiavano quasi gratis. L' uomo propone, Dio dispone: nel proseguo dei blog scopriremo come è andata. Buon viaggio a tutti!

sabato 1 gennaio 2011

Il Cimento: rito propiziatorio a Riva Trigoso



Anche a questo Santo Stefano, alle dieci e mezza del mattino, come nelle nove edizioni precedenti, si è tenuto il rito propiziatorio del tuffo in mare di fine anno a Riva Trigoso, incontaminato borgo marittimo della Riviera del Levante.
Decine di temerari hanno sfidato pioggia e vento e, sebbene molti in meno dell'anno scorso, hanno orgogliosamente posato per i molti media e networks nazionali nell'unico giorno che celebra il paese in TV, con il corollario di fusti edonisti, depilati per l' occasione...

mercoledì 29 dicembre 2010

Mandarin shopping



Mandarini a... strati >Lo scorso agosto, durante un viaggio a Taiwan, addentrandomi casualmente nel 'Metro Mall 'della metrò di Taipei, feci una scoperta antropologica: alla stratificazione urbana, direttamente proporzionale al prestigio, e alla tasca, dei suoi ventitrè milioni di abitanti, corrispondeva una geografia umana sempre più variegata e bizzarra.
I piani , o meglio gli strati , sotto alla metropolitana che si snoda -per una lunghezza di oltre due miglia- da Zhonghshan Road a Civic Boulevardd sino agli accessi dei noti magazzini 'Mitsukoshi' e 'Breeze' sono due, i B1 e B2, ma la maggior parte dei visitarori stranieri li ignorano.
Il B1 , scenograficamente presentato con cascate zen, scale mobili e tapis roulants, negozi monomarca e parlors multinazionali come KFC o Donut House è
il più frequentato da pendolari, studenti, qualche uomo d'affari accompagnato dalla guida personale, attratto dagli sconti nell'elettronica o telefonia, e qualche daikan, i nuovi ricchi cinesi.
Mentre il B2 , dai soffitti bassi (allungandosi un uomo di un metro e ottanta li tocca) dai corridoi stretti ed angusti, crude luci al neon alternate a zone buie, untume sulle pareti ti dirotta su una giungla di banchi, colmi di merce che occhio umano abbia mai conosciuto, dai rimedi della medicina cinese-raccappriccianti per il gusto occidentale (persino feti di mammifero in formalina )- a romantiche passamanerie e stole di seta, damaschi, broccati, amuleti, gemme, giare di grappa cinese al cobra scorpioni o rospi e gli immancabili uccellini in gabbia da liberare per ingraziarsi le divinità shintoiste(poco importa che vadano a triturarsi nelle pale dei condizionatori).
Un odore che un naso di Fragonard definirebbe... 'fecale' (!) impregnava l'ambiente, ma -a giudicare dall'appetito degli avventori di spiedini di rane e zuppe di serpente (con occhi di anfibi belli bolliti ), dalla disinvoltura delle passanti intente a scegliere cosmetici e profumi, tale olezzo è culturalmente accettato.
Questuanti randagi, venditrici orbe vestite di stracci vendono biglietti della lotteria nazionale, bambini disabili in carrozzella fanno da ambulanti per dieci ore al giorno... mi indigno di questo antro infernale ( chissà perchè in superficie non li fanno salire ) , ma la loro dignità e tenacia smontano i pregiudizi occidentali sulla loro presunta inferiorità: sanno fare affari come gli altri commercianti, non per pietà.
Un vociare diffuso di imbonitori e cantastorie fa da colonna sonora allo shopping continuo di questi sub-tuguri dalle undici alla mezzanotte, sette giorni su sette, festività incluse.
Un - crack !- sinistro mi fece inorridire ed alzare le scarpe, accendendo la torcia del cellulare scopersi che avevo calpestato... scarafaggi !
Alzai la cornetta del più vicino telefono pubblico( il cellulare così sottoterra non aveva campo) per chiamare l'hotel e farmi spiegare come rientrare ma ..un esercito di 'blatte orientalis' (specie sospetta del contagio da polmonite atipica in Cina ) si inerpicarono lungo il filo, passando per il mio gomito, diradandosi fulminee al muro, costringendomi alla fuga.
Annaspai e sgomitai tra la folla, alla ricerca dell'ascensore per riemergere e, quando lo trovai, notai il tasto ' B3 ' che mi fece sobbalzare: ma come, c'è n'è un altro, ancora più sotto?!
Siccome la curiosità è femmina mi catapultai al capolinea degli inferi.
Buio, bidoni con mucchi di cartoni accattastati, e, in lontananza, la luce che indica l'inizio dei banchi e l'immancabile ronzìo della filodiffusione.
Il puzzo, qui davvero insopportabile, fece decidere il mio stomaco: risalii in superficie.
Così dello strato più basso dell'ordine sociale delle genti mandarine, hakka e han che compongono il melting pot di Taipei mi rimarrà un mistero.

Insider: Il tifone Murakot a Taiwan



INSIDER
ANY QUESTION? ( il tifone Murakot a TAIWAN)

E' stato il tormentone della scorsa estate per ottanta studenti e lettori universitari 'Under 40 ' dall'Unione Europea, Asia, Africa ed Oceania invitati al " Taiwan Culture Study Tour Summer ", uno stage indetto dal Ministero della Cultura di TAIWAN, cui hanno partecipato cinque italiane: Federica Bartolomei, Chiara Bongiovanni, Flavia Angelelli e Ilenia Lombardi, provenienti da Roma Tre, e la scrivente, dall'ateneo di Genova.
La Repubblica di Cina Taiwan (da non confondersi con la madrepatria Repubblica Popolare di Cina>ndr) promosse, dallo scorso 25 luglio al 31 agosto, con lo scopo di 'conoscere e far incontrare culture, costumi e tradizioni dei nostri padri' diversi dibattiti e scambi culturali con canti popolari, danze tribali, cene di gala e 'talent show' per saggiare e rappresentare i diversi aspetti di identità culturale e sociale dei giovani partecipanti.
Un serrato programma di visite di mausolei, musei, parchi nazionali, palazzi del Parlamento e Governo, vari Ministeri ed un evento soprannaturale avrebbero caratterizzato il tour, in una delle esperienze umane ed ambientali più straordinarie per molti di noi partecipanti.
"Any question? "- era la domanda più inflazionata di tutto il tour: dopo ogni presentazione, briefing, educational ed incontro rivelava quell'eccesso di scrupolo, tipicamente orientale, per farci sentire partecipi e coinvolti, ma noi- provati dalle pause tecniche ai bagni pubblici e dai frugali pasti nelle taverne - ci sentivamo braccati, cronometrati al secondo, e non vedevamo l'ora di rientrare in hotel.
Dalle visite ufficiali, in giacca a maniche lunghe con temperatura media di 41 ° si passava alle incursioni nella giungla, cappelli akuba e galoches, partendo dal 'Tarokko National Park' che-a dispetto del nome- è un'amena foresta pluviale dalle gole e rocce aguzze a strapiombo su cascate mozzafiato, sino al mistico lago 'Sun Moon Lake', già sacro agli aborigeni Hakka prima dell'arrivo degli Olandesi nel XVIII secolo.
Impressionante e forse anche profetica la visione che la " Bill & Melinda Gates Foundation" prospettò nel lugubre scenario ambientale dei prossimi cinquantanni : un deserto dove l'acqua rappresenterà il bene più prezioso. E il maggior pericolo per l' Umanità: una pandemia globale per il ritorno di malattie estinte o l' apparire di nuovi virus. Ecco spiegata la 'fuga di cervelli' quali ricercatori medici epidemiologi, botanici e zootecnici impegnati qui a combattere la fame nel mondo, ad escogitare un'economia dall'impatto ambientale sostenibile, in concerto tra tutti i governi del Pianeta.
Sveglia alle sette e discorsi da preparare di notte, inevitabili dibattiti in sale conferenza, ci resero nervosi, e - dopo la visita all'ex distilleria reale "Kavahlan"- dal chiaro intento commerciale - alla battuta finale ci trasfigurammo in reporter d'assalto.
Incalzammo con domande sull'orario sindacale, l' entità dei salari, degli straordinari, degli assegni famigliari e periodo maternità della multinazionale visitata poco prima, la "Wintron Inc." dalla cui scissione tecnica nacque la 'ACER Inc.', dove impiegano donne al 70 % dell'organico come operaie specializzate, anche all'ottavo mese di gravidanza.Sia a Taiwan come a Ciudad Juarez in Messico (vedi " Bordertown ", film del 2006 prodotto ed interpretato da Jennifer Lopez sulla denuncia dello sfruttamento femminile fino ai casi estremi di stupri ed omicidi coperti politicamente).
Poi ci fu la full immersion nel territorio aspro, selvaggio e ancora vergine del plateau centrale di Taiwan in scarpinate micidiali e sudatissimi fotosafari, in quella che i meterologi definirono la stagione più calda e umida degli ultimi trentanni. E ci videro giusto: da lì a poco la catastrofe dell' 08/08/09, il tifone Morakot che pareva inseguire noi studenti obbligandoci a cambiare sistemazione ogni 24 ore.
E mentre noi, ospiti di riguardo, le notizie del disastro ambientale e dell'ecatombe provocate dai tifoni tropicali Etau e Morakot le seguivamo alla CNN o Fox news ( incapaci di comprendere il cinese o il mandarino) nella contea di Kaohsiung un' emergenza umanitaria impegnava elicotteri civili e militari taiwanesi, Croce Rossa internazionale, forze di polizia e moltissimi volontari venuti dalla capitale Taipei per salvare qualcuno in più dei 44 sopravissuti dall'onda di fango che travolse il villaggio Hxiaolin, seppellendo all'istante 500 persone.
Commossero singoli casi, come la madre a Chichi, piccolo villaggio nella contea di Nantou, che chiamava il figlio Hsieh Yao-chi, precipitato nel fiume Chuoshui intonando una nenia funebre per 72 ore consecutive seguita in diretta nazionale ("The China Post "11/08/09) o di Wong , un fattore 46enne, che perse 10 famigliari in un colpo solo ("Shanghai Express "12/08/09) disperandosi di aver ordinato loro di stare al sicuro, a casa , mentre lui proteggeva il raccolto nella tempesta.
Immagini eloquenti nei servizi live delle televisioni nazionali come "United Evening News" o "canale TVBS" imprimevano in noi, attoniti spettatori, quanto, del carattere solidale, generoso e risoluto dei Taiwanesi avevamo già percepito.
Il motto 'Il lavoro ha radici amare, ma dà dolci frutti' (Confucio) che si legge ovunque s'incarna perfettamente: l'operosità di questo popolo, fatto di etnìe ed idiomi diversi, dalla tenace capacità produttiva di 52 settimane l'anno è la ragione del loro insuperabile primato mondiale nella produzione di manufatti tessili all'alba del Novecento, prima che la guerra dell'Oppio e il Neocolonialismo li stroncassero, e di nanotecnologie oggi.
Chissà domani...